Avete mai sentito parlare dell’eredità con beneficio di inventario? E? una pratica sconosciuta ai più. Ecco in cosa consiste
Quando un parente muore, il processo di accettazione dell’eredità dipende dalla presenza o meno di un testamento e dalla legge del paese in cui il defunto viveva. In generale, l’eredità viene accettata attraverso un processo chiamato “successione”, che consiste nel trasferimento dei beni del defunto ai suoi eredi legittimi. Una volta stabiliti gli eredi legittimi, sarà necessario fare un inventario di tutti i beni del defunto e decidere come ripartirli tra gli eredi. È importante sottolineare che accettare l’eredità comporta anche l’accettazione di eventuali debiti o passività che il defunto aveva al momento della morte.
In generale, il processo di accettazione dell’eredità può essere complesso e richiedere l’assistenza di un avvocato specializzato in successioni. È importante fare attenzione e prendersi il tempo necessario per comprendere appieno i diritti e le responsabilità che derivano dall’accettazione dell’eredità. Anche perché può capitare di ritrovarsi a dover affrontare l‘accettazione dell’eredità con beneficio di inventario. Ma che cos’è?
Eredità con beneficio di inventario che cos’è?
La disciplina dell’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario è contenuta negli articoli 484 e successivi del Codice Civile. Tale forma di accettazione presenta il vantaggio di circoscrivere la responsabilità dell’erede al valore dell’attivo ereditario, evitando così che il proprio patrimonio personale venga compromesso nel caso in cui si riscontrino passività significative nell’eredità. Attraverso l’accettazione con beneficio d’inventario, il destinatario dell’eredità manifesta la sua intenzione di accettare l’eredità, preservando la facoltà di escludere i propri beni dalla responsabilità dei debiti ereditari.
Ci sono due posizioni riguardo alla qualificazione dell’istituto giuridico dell’accettazione con beneficio d’inventario: una ritiene che vi siano due dichiarazioni di volontà separate, mentre l’altra lo considera un unico negozio giuridico combinante la volontà di acquisire l’eredità e quella di proteggere il patrimonio personale. La seconda posizione è preferibile.
Come funziona
Una dichiarazione scritta in forma di atto pubblico esprime la volontà di accettare l’eredità e può essere effettuata presso un notaio o depositata a un cancelliere del tribunale. La dichiarazione deve essere correttamente formulata per evitare la nullità. Questa deve essere inserita nel registro delle successioni conservato presso il tribunale dove è stata depositata.
La dichiarazione deve essere trascritta presso l’ufficio dei registri immobiliari entro un mese dall’inserzione nel registro delle successioni, a prescindere dalla presenza di beni immobili nell’eredità, per rendere noto ai creditori il beneficio d’inventario. La mancanza di tale pubblicità non invalida l’accettazione beneficiata. Deve essere redatto un inventario che può essere fatto prima o dopo la dichiarazione e deve essere annotato nel registro entro un mese se effettuato dopo la dichiarazione.
L’importanza dell’inventario
L’inventario è un documento che elenca le attività e le passività del patrimonio ereditario ed è importante per l’erede che vuole beneficiare della limitazione della responsabilità patrimoniale. La dottrina è divisa sulla relazione tra l’inventario e l’assunzione della qualità di erede. Alcuni sostengono che l’accettazione e l’inventario siano necessari contemporaneamente, mentre altri ritengono che l’accettazione sia sufficiente e che la mancata redazione dell’inventario porti alla perdita del beneficio acquisito. Alcune norme del Codice Civile sembrano avvalorare quest’ultimo punto di vista.
A chi è rivolto il beneficio d’inventario?
Ogni erede può accettare l’eredità con beneficio d’inventario senza opposizione dal testatore. Ci sono obblighi espressi di accettare l’eredità con beneficio d’inventario per gli incapaci, le persone giuridiche e gli enti non riconosciuti. La disciplina applicabile ai chiamati in possesso dei beni ereditari è diversa da quella dei chiamati non in possesso dei beni, come previsto dagli articoli 485 e 487 del codice civile.
Il chiamato in possesso dei beni ereditari ha tre mesi di tempo per fare l’inventario, che può essere prorogato una sola volta. Se non lo fa, perde il beneficio e diventa erede puro e semplice. Se ha già redatto l’inventario, ha 40 giorni per decidere se accettare o rinunciare all’eredità. Può rinunciare all’eredità in qualsiasi momento prima della redazione dell’inventario. Inoltre, può rappresentare l’eredità in giudizio solo durante i termini per fare l’inventario e per accettare o rinunciare all’eredità. In caso di mancata comparizione in giudizio, verrà nominato un curatore all’eredità.
Le conseguenze
Il beneficio d’inventario non causa l’estinzione delle situazioni giuridiche dell’erede e del defunto che si riuniscono nella sola persona dell’erede. Pertanto, i diritti e gli obblighi dell’erede nei confronti del defunto permangono, a meno che non siano estinti per la morte. Se l’erede aveva debiti verso il defunto, deve supplire con il proprio patrimonio alle mancanze di quello ereditario fino a soddisfare i creditori ereditari e i legatari. Se invece l’erede vantava dei crediti verso il defunto, partecipa al concorso dei creditori con gli altri e con i legatari.
L’erede è responsabile dei debiti ereditari e dei legati solo fino alla capienza dei beni ereditati. Inoltre, la sua responsabilità è limitata al valore dei beni acquisiti con la successione, senza rispondere con beni propri.
I creditori ereditari e i legatari hanno la priorità sui creditori dell’erede in caso di procedimento esecutivo sul patrimonio del defunto. Tuttavia, se l’erede decade dal beneficio d’inventario o rinuncia ad esso, i creditori ereditari e i legatari devono richiedere la separazione dei beni del defunto da quelli dell’erede per mantenere la loro priorità.