Con due recenti sentenze è stato giudicato legittimo il cosiddetto mutuo solutorio, ossia finalizzato a saldare precedenti posizioni debitorie.
Quando ci si trova in una situazione economicamente difficile o si vuole acquistare un bene e non si dispone delle risorse necessarie si può ricorrere ad un prestito. Per richiederlo è possibile recarsi presso un istituto di credito o una banca o consultare i siti online di quest’ultime. È necessario essere in possesso di alcuni requisiti, a volte diversi in base a chi ci si rivolge.
Secondo delle recenti sentenze della Corte di Cassazione e del Tribunale di Verona, un soggetto potrà chiedere un prestito per poter estinguere una situazione debitoria, magari in riferimento ad un altro mutuo o prestito aperto in precedenza.
Una recente sentenza del Tribunale di Verona (n. 2252 del 15/12/2022) ha ribadito quanto già scritto dai giudici della Corte di Cassazione lo scorso anno in merito alla possibilità di aprire un prestito per estinguere una posizione debitoria.
Nello specifico, i giudici si sono espressi in maniera positiva sul cosiddetto mutuo solutorio, ossia per saldare esclusivamente vecchi debiti contratti con l’apertura di un prestito, di un finanziamento o di un mutuo che non si è riuscito a pagare. Questa soluzione, come riporta la redazione de La Legge per Tutti, è stata ritenuta dai giudici legale in quanto non contrasta con la legge e con l’ordine pubblico. Inoltre, la sentenza spiega come un mutuo solutorio non si configura come una semplice dilazione del termine di pagamento del vecchio debito, ma si configura come una possibile modalità di pagamento per poter estinguere la vecchia posizione.
Una questione, quella del mutuo solutorio, di cui si è discusso per diversi anni sino a giungere ad una definitiva soluzione. In prima battuta, come precedentemente scritto, erano stati gli Ermellini della Terza Sezione civile ad esprimersi sul punto con la sentenza della n. 23149 del 25 luglio 2022 che ha legittimato il mutuo solutorio, ritenuto precedentemente, invece, come un contratto simulato o da considerarsi nullo per motivo illecito comune ad entrambe le parti.