Come funziona la divisione dei beni in caso di divorzio dei coniugi? Ecco cosa dice la Legge a riguardo per risolvere le controversie.
Vivere un divorzio non è certo piacevole e lo è ancora meno quando si arriva a dover dividere i beni accumulati durante il matrimonio dalla coppia. Non tutte le separazioni sono difficili e a volte la divisione dei beni avviene in maniera semplice e diplomatica.
Altre volte invece può essere un processo complesso e delicato, che richiede la conoscenza di alcune norme di legge, nel caso in cui ex coniugi non riescano a trovare un accordo autonomamente. Vediamo cosa consigliano gli esperti in materia di divisione dei beni in caso di divorzio e come superare indenni questa complicata procedura, sia nel caso della comunione dei beni, sia in caso di regime di separazione dei beni.
Divorzio: divisione dei beni
Ci sono due scenari possibili in caso di divorzio: i coniugi sono sposati in comunione dei beni e quindi i beni acquisiti durante il matrimonio sono di proprietà comune e devono essere divisi in modo equo tra i due, oppure i coniugi sono sposati in separazione dei beni. Nel secondo caso i beni rimangono dunque di proprietà esclusiva del coniuge che li ha acquistati, a eccezione di quelli acquistati con i soldi di entrambi.
Nel caso della comunione dei beni la cosa migliore è trovare un accordo tra le parti. In mancanza di un consenso tra i due infatti si ricorre al tribunale che procederà come per l’accordo privato con l’aggravante delle spese legali. Di solito per trovare un accordo si procede in questo modo: ciascun coniuge indica i beni che vuol tenere per sé e si redige una scrittura privata per dipanare ogni possibile lite futura.
L’obbiettivo è arrivare a una equa divisione dei beni cercando di trovare un accordo consensuale tra le parti. Ad esempio i beni vengono suddivisi in gruppetti e ad ogni coniuge viene data la possibilità di scegliere un gruppetto a turno. Caso particolare nel caso di coppie con figli: chi ha l’affidamenti dei figli si vedrà probabilmente assegnare dal giudice anche il diritto di abitazione sulla casa familiare. Questo diritto si estende anche a tutti i mobili, arredi ed elettrodomestici che la compongono essenziali all’uso della dimora