L’opzione donna 2023 è stata rinnovata e le lavoratrici possono già fare domanda per la pensione anticipata: a patto però che abbiano tutti i dati necessari.
Da sogno, la fine anticipata della carriera lavorativa per alcune donne lavoratrici può diventare realtà. L’Opzione donna infatti è stata rinnovata anche per il 2023 e le donne che vogliano accedervi possono già presentare la domanda direttamente sul sito dell’INPS.
Introdotta per la prima volta nel 2019, Opzione donna è un trattamento pensionistico che permette di andare in pensione con qualche anno di anticipo solo ad una specifica fetta di lavoratrici. Cosa serve per accedere alla misura l’ha reso l’INPS in una circolare dello scorso 6 marzo, con cui tra l’altro ha aggiornato l’elenco dei documenti da presentare. L’accesso, infatti, non sarà più libero: potranno presentare la domanda per la pensione anticipata solo le donne in possesso di determinati requisiti.
Opzione donna: i dati da presentare
Opzione donna è stata rinnovata anche per quest’anno ma cambiano i requisiti per accedere. Le donne che vogliono usufruire di Opzione donna deve allegare tutta la documentazione necessaria. Potranno presentare la domanda, infatti, solo le lavoratrici con almeno 60 anni d’età e 35 di contributi che sono state licenziate o che sono dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero. E poi: le donne con una disabilità pari o superiore al 74% e quelle che assistono da almeno 6 mesi persone disabili conviventi o con disabilità molto gravi stabilite dalla Legge 104 del 1992.
Se quelli di contributi (sempre 35) sono strettamente necessari, i 60 anni di età non sono vincolanti e possono essere ridotti di un anno per le donne con un figlio, fino a un massimo di due anni. Le donne quindi con con un figlio e 59 anni possono fare richiesta, così come quelle con 58 e due o più bambini.
Per le donne licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto l’età pensionabile è comunque di 58 anni a prescindere dal numero di figli. I caregiver, invece, dovranno presentare un’autodichiarazione per affermare di convivere con una persona disabile grave da almeno sei mesi continuativi.