Chi ha perso il lavoro, può richiedere la disoccupazione: ma cosa dice la legge in merito? Questi sono i tempi di durata in cui poter usufruire dell’agevolazione economica.
Un (ormai ex) lavoratore dipendente o un collaboratore può beneficiare della disoccupazione, l’agevolazione economica riconosciuta sotto i nomi di Naspi, Dis-coll o disoccupazione agricola, che viene incontro a chi, in tempi recenti, ha perso il lavoro. Ma quali sono i limiti di durata massima in cui poter usufruire di questo aiuto?
Quasi la totalità dei lavoratori dipendenti e parasubordinati può usufruire, in caso di perdita involontaria del lavoro, dell’indennità di disoccupazione. Si tratta di un assegno erogato dall’INPS volto a sostenere l’ex lavoratore nel periodo di assenza di retribuzione. L’ammontare dell’assegno, normalmente, dipende dal reddito percepito negli ultimi 4 anni. Il calcolo avviene in modo diverso per i lavoratori che hanno diritto alla disoccupazione agricola e per i collaboratori che devono percepire la Dis-coll. In ogni caso, quali sono i tempi di durata dell’agevolazione?
La durata massima varia in base al tipo di indennità alla quale l’ex lavoratore ha diritto e in base alla contribuzione che deve percepire. Più nel dettaglio, la Naspi conta una durata massima di 24 mesi, indipendentemente dal numero di anni di lavoro; la Dis-coll non può superare i 6 mesi di erogazione; la disoccupazione agricola non va oltre i 12 mesi.
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La Naspi, alla quale hanno diritto i lavoratori dipendenti in stato di disoccupazione (escluse categorie come operai agricoli, dipendenti pubblici a tempo indeterminato, lavoratori domestici e apprendisti), è valida se si possono contare almeno 30 giornate lavorate nell’arco di un anno e 13 settimane contribuite negli ultimi 4 anni. Il lavoratore la percepirà per il numero di settimane pari alla metà di quelle coperte dai contributi negli ultimi 4 anni, e per un periodo massimo di due anni.
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Contribuiscono alla durata della Naspi anche le settimane di contributi dovute e non versate dal datore di lavoro: sono utili i contributi previdenziali versati, quelli figurativi accreditati per maternità obbligatoria, quelli previsti per periodi di congedo parentale, per i periodi di lavoro all’esterno in Paesi comunitari o convenzionati con l’Italia e per periodi di malattia dei figli con età inferiore agli 8 anni. Al contrario, non vengono considerati quelli relativi a malattie ed infortuni sul lavoro, cassa integrazione straordinaria e ordinaria, assenze e permessi.