Non accenna a placarsi la polemica in merito all’ipotesi della sparizione delle auto diesel e benzina a partire dal 2035. Ecco i motivi del no.
Da qualche mese a questa parte non si fa altro che parlare della probabile sparizione in via definitiva delle auto diesel e benzina a partire dal 2035. Una decisione presa dalla Commissione Europea, decisa ad abbassare drasticamente l’uso di combustibili a favore di energia green. Un modo per poter diminuire le emissioni di CO2, che preoccupano non poco tutti gli Stati membri della CE.
Tuttavia, finora la vendita di auto elettriche, proprio quelle che andrebbero a sostituire quelle tradizionali tra 13 anni, procede relativamente a rilento, e nel nostro Paese sono ancora ben poche, così come le colonnine di ricarica. E’ per questo che al momento il nostro Governo è piuttosto contrario a questo cambiamento radicale, e non solo, poiché ci sono altri motivi ulteriori che fanno storcere il naso ai politici.
Oltre all’Italia, anche la Germania rimane fortemente contraria a tale cambiamento, e ciò ha provocato una sospensione sulla decisione finale da parte della Commissione Europea, che ha rimandato il voto a data da decidere. Il nostro Paese e la Polonia hanno già annuncviato cvhe voteranno contro, mentre la Bulgaria si asterrà.
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Tra chi si è detto contrario, anche l’ex presidente della Commissione Europea, il nostro Romano Prodi, preoccupato di quanto una simile mossa possa costare alla filiera automotive italiana, che si ritroverebbe dipendente, così come la Ue, da materie e prodotti extra Ue, appunto.
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C’è da considerare, inoltre, come una simile decisione porterebbe alla perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e andrebbe a gravare sulle pmi situate in Nord Italia, come ha sottolineato il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, da sempre lui stesso molto sensibile alle tematiche green, da ex direttore di Nuova Ecologia, il magazine di Legambiente.