Ci sono importanti novità per questo 2023, in merito alle trasferte di lavoro e ai relativi rimborsi, per chi si muove spesso per la sua professione.
Novità non da poco per tutti quei lavoratori che per la loro professione sono costretti a viaggiare molto. Parliamo dei rimborsi spese, quelli previsti in busta paga al dipendente che per volontà non sua deve svolgere la sua mansione lontano dalla sede abituale, con conseguente esborso di denaro per vitto, alloggio e viaggio. Pensiamo ad esempio agli agenti di commercio, o ai consulenti aziendali.
Come comportarsi, però, a livello fiscale? Questi rimborsi per trasferte di lavoro sono imponibili per Inps e Irpef? Ci sono alcune regole da seguire, che vengono aggiornate periodicamente e che per questo 2023 sono variate. Capita, infatti, che una delle maggiori spese sia legata all’utilizzo dell’automobile, con conseguente spesa relativa alla benzina utilizzata e ai chilometri effettuati dal soggetto in questione.
Come funziona quindi, la tassazione per i rimborsi chilometrici, dovuta quando il dipendente usa la sua auto personale per muoversi? Ci sono alcuni dettagli di cui tener conto. Di solito questi rimborsi sono equiparati alle spese a piè di lista, e sono quindi esenti dalla tassazione. L’esenzione sussiste, tuttavia, a patto che rientri nei limiti delle tabelle ACI, aggiornate annualmente e poi pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale.
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Per le trasferte fuori dal comune dove è presente l’ufficio, l’esenzione è per diarie fino a 46,48 Euro al giorno in Italia e 77,47 Euro per l’estero. Con il rimborso a piè di lista, invece, è esente fino a 30,99 per l’Italia e 51,65 Euro per l’estero. Il chilometraggio è esente in tutti i modi, sia con la diaria che con il metodo a piè di lista o analitico.
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Si tratta di rimborsi che naturalmente devono essere documentati. Inoltre, qualora il rimborso ecceda quanto stabilito dalle tabelle ACI (consultabili sul sito di Automobile Club Italiano), l’importo eccedente sarà considerato imponibile, e quindi tassabile.