E’ una domanda che in molti si pongono: oggi vale ancora la pena di aprire un libretto postale? Scopriamo assieme come funziona e cosa serve.
Oggi tutti noi abbiamo un conto corrente intestato a nostro nome, dove depositiamo i nostri soldi e risparmi o ci facciamo accreditare lo stipendio, ma fino a qualche anno fa, in molti avevano ancora un libretto postale intestato, utilizzato per mettere da parte un po’ di denaro. Un modo, da parte dei genitori, usato di solito per creare una sorta di “tesoretto” per i figli, che alla maggiore età avrebbero potuto venirne in possesso.
Oggi, tuttavia, nel 2023, ha ancora senso avere un conto di questo tipo? Conviene come una volta o si tratta di un modo ormai desueto per fare un po’ di economia? Nelle righe che seguono facciamo un po’ di chiarezza, spiegando i requisiti che servono non solo per aprirne uno, ma come poterlo fare, se intenzionati a servirsi di Poste Italiane per i nostri sudati risparmi, per noi stessi o magari qualcuno a cui teniamo.
Il libretto viene emesso dalla Cassa Depositi e Prestiti per Poste Italiane, ed è quindi garantito dallo Stato. Il suo rendimento è assicurato e ha zero rischi in questo senso, ma i guadagni, ovvero gli interessi, sono minori. Oggi si parla di libretto postale Smart, facilmente consultabile tramite app, anziché come una volta recandoci agli sportelli.
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Per poterlo aprire non ci sono costi o somme minime, ma bisogna avere più di 18 anni e avere la residenza in Italia. Fino a 5000 Euro non ha costi, poi diventa obbligatorio il pagamento della marca da bollo di 34,20. Può essere inoltre intestato a più persone, fino a 4, e aprirne anche più di uno.
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Ci sono tuttavia degli svantaggi: il suo rendimento è infatti bassissimo, solo lo 0,001% e inoltre viene tassato al 26%, inoltre la carta che si ottiene quando lo si apre, permette di usarla solo nel circuito Postamat, quindi presso pochi esercizi. Aspetti da tenere in considerazione e valutare.