L’indennità da 200 euro erogato dal Governo Draghi durante la pandemia dovrà essere restituita da alcuni cittadini
Durante la pandemia Covid-19 il Governo italiano, guidato prima Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e poi da Mario Draghi, ha messo a disposizione una serie di aiuti per contrastarlo e aiutare le famiglie e i lavoratori. Il governo aveva stanziato fondi per coprire i costi delle terapie intensive e sub-intensive per i pazienti affetti da COVID-19. E allo stesso modo aveva avviato una campagna di vaccinazione gratuita e su scala nazionale.
Sono stati poi erogati i ristori per le imprese, i contributi per lavoratori autonomi e partite IVA, aiuti per la scuola e l’istruzione. Ma ora dopo aver erogato queste indennità economiche arriva una notizia incredibile. Alcuni di questi bonus dovranno essere restituiti.
Le indennità da 200 euro dovranno essere restituite
E’ stato stabilito che l’indennità di 200 euro, erogato dal Governo Draghi, destinato ai lavoratori dipendenti sarà restituito a rate di 25 euro mensili sullo stipendio. Questo bonus era destinato ai lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 35.000 euro lordi all’anno. Tuttavia, alcuni lavoratori, come gli insegnanti, hanno superato il reddito annuo previsto per il bonus a causa degli arretrati previsti dal contratto già scaduto che hanno ricevuto in busta paga a dicembre.
Leggi anche: Flop del Governo: ecco cosa (non) accadrà ai furbetti del Reddito di Cittadinanza
Circa 100.000 lavoratori scolastici con un reddito annuo intorno ai 33-34.000 euro dovranno restituire il bonus. Le organizzazioni sindacali non hanno mai apprezzato i bonus di questo tipo perché la loro utilità è limitata rispetto ad altre riforme sui contratti e possono verificarsi situazioni spiacevoli come questa.
A luglio, molti insegnanti aspettavano con ansia il bonus da 200 euro, il che dimostra che gli stipendi non sono sufficienti per far fronte al costo della vita e la cancellazione di questo bonus avrà un impatto negativo sulle tasche delle famiglie di almeno 100.000 dipendenti del settore scolastico.
Leggi anche: Occhio quando prendi l’aereo: cambiano le regole e rischi una brutta sorpresa
Come per altri dipendenti pubblici che hanno superato lo scaglione, la restituzione del bonus avverrà in 8 rate mensili del valore di 25 euro l’una. Il recupero del bonus inizierà con lo stipendio di febbraio 2023, che subirà una trattenuta di 25 euro netti e le rate continueranno fino allo stipendio di settembre 2023.