Tra qualche giorno saranno in vigore le nuove norme che consentiranno di snellire e velocizzare i processi di separazione e divorzio.
Le norme inserite nella riforma, avviata dall’ex Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, in relazione ai processi di separazione e divorzio entreranno in vigore dal prossimo 1 marzo. Tali norme avranno come obiettivo quello di snellire e rendere più rapidi i procedimenti in materia di famiglia attraverso numerose novità. La data inizialmente prevista per l’entrata in vigore era stata fissata al 30 giugno 2023, ma è stata, dunque, anticipata di qualche mese.
Divorzio e separazione, dal 1° marzo nuove norme: obiettivo snellire e velocizzare i processi
Da mercoledì 1 marzo entreranno in vigore le nuove norme in materia di separazione e divorzio. Queste erano state inserite all’interno della riforma avviata dall’ex Ministro della Giustizia Marta Cartabia, durante il Governo Draghi. L’entrata in vigore era stata prevista per giugno, ma attraverso la Legge di Bilancio è stato disposto l’anticipo a marzo anche in vista dell’istituzione del tribunale della famiglia, fissata ad ottobre del 2024.
Nel dettaglio, come riportano i colleghi di Repubblica, è stata introdotta la possibilità di richiedere attraverso un unico atto separazione e divorzio giudiziale. Esso dovrà contenere ogni domanda, eccezione, prova e richiesta riconvenzionale da subito. Inoltre, per ottenere il divorzio la sentenza di separazione sullo status dovrà essere passata in giudicato. In aggiunta, sarà requisito fondamentale che la non convivenza sia continua.
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Le nuove normative, disposte con l’obiettivo di snellire e accelerare i processi, prevedono anche che l’udienza del giudice dovrà tenersi entro e non oltre 90 giorni dalla presentazione di tutta la relativa documentazione. I figli, inoltre, verranno sempre ascoltati e, in base alla loro residenza, si deciderà la competenza territoriale. Nel caso in cui, invece, la coppia non ha figli, verrà stabilita tenendo conto della residenza del convenuto.
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Per quanto riguarda i figli, mediante il ricorso introduttivo la parte deve depositare un piano genitoriale, all’interno del quale vengano espressamente specificati gli impegni e le attività dei figli: in tal modo, il giudice potrà sanzionare i genitori che non rispettano quanto inserito nel piano. Infine, scrive Repubblica, nel ricorso introduttivo sarà obbligatorio inserire anche la situazione reale patrimoniale ed economica degli ultimi tre anni. Per chi trasgredisce a tale impegno è prevista una sanzione ed il risarcimento del danno.