I pagamenti digitali hanno rivoluzionato il nostro mondo, come la carta di credito, semplici e sicure, ma nascono talvolta delle voci. Se ci sono attento, stai pagando di più.
La carta di credito, sin dalla sua nascita negli anni cinquanta, è tra gli strumenti di pagamento elettronico più diffusi nella società. Questa carta viene rilasciata dall’istituto di credito presso il quale esiste un conto corrente del quale si è titolare. Per usufruire dei benefici di una carta elettronica vi è tutta una serie di costi da sostenere, piccole voci sul nostro conto che ci fanno in realtà spendere più di quello che abbiamo previsto.
Praticità e velocità di questo mezzo non devono, quindi, distrarci dal valutare bene il tipo di carta che meglio risponde alle nostre esigenze e che ci eviterà di trovare brutte sorprese. Ecco le voci da valutare per evitare di pagare di più.
Carta di credito e costi nascosti
Rispetto al passato, i costi di gestione delle carte di credito sono notevolmente ridotti, in alcuni casi del tutto azzerati grazie alle carte con canone zero. Eppure anche in questi casi esistono costi nascosti da tenere sotto controllo, tra questi troviamo i i costi legati al mantenimento della carta, quelli legati alle operazioni svolte con la carta, i costi per servizi aggiuntivi e funzionalità extra.
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In molti casi in questi costi possono rientrare ance quelli richiesti per il pagamento di merce e servizi tramite l’home banking, che spesso è tra quelle voci nascoste e che puntualmente ci troviamo addebitati tra i costi di gestione. Alcune operazioni prevedono il costo di alcune commissioni legate ad esempio al prelievo di denaro contante dagli ATM, commissione che si aggira generalmente intorno al 4%, oppure il pagamento fatto in un paese estero o con una valuta diversa dall’euro.
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Anche la richiesta e ricezione dell’estratto conto cartaceo può comportare in alcuni casi dei costi aggiuntivi. Spesso, il superamento del plafond, ovvero del tetto massimo di spesa consentito dalla carta che stiamo utilizzando, o al contrario, quando la carta resta rimane inattiva per un certo periodo o transita su di essa una quantità di denaro inferiore ad una determinata soglia.