Una settimana lavorativa con soli 4 giorni anche in Italia, arriva dai sindacati una proposta destinata a tenere banco a lungo. Ma è fattibile?
Sono arrivati i risultati dell’esperimento che è stato svolto nel Regno Unito con più di 60 aziende che, mantenendo inalterati gli stipendi, hanno invece ridotto la settimana lavorativa a soli 4 giorni. Si è trattato di un esperimento che ha portato grande soddisfazione e numeri interessanti. Ma l’esperimento del Regno Unito è solo uno degli ultimi in ordine di tempo che dimostrano come ridurre l’orario di lavoro non necessariamente riduce le performance anzi, nella maggior parte dei casi, permette un risparmio di risorse e un aumento considerevole delle prestazioni degli impiegati.
Un esempio viene da quanto fatto da Microsoft nella sua sede in Giappone dove, partire dal 2019, la settimana è composta da soli quattro giorni di lavoro. La produttività è salita in media del 40% mentre sono calati i consumi di carta e di energia elettrica. Un annuncio sulla stessa linea viene ora dal governo del Belgio che ha deciso di passare la settimana lavorativa a 4 giorni dai 5 precedentemente imposti. Per gli impiegati del Belgio non si tratta però di lavorare meno ore ma solo di lavorare meno giorni e il computo totale delle ore lavorative rimarrà lo stesso. Come potrebbe essere attuata anche in Italia?
CISL ipotizza la settimana di lavoro con 4 giorni, come sarà?
Partendo dai risultati ottenuti per esempio in Belgio ma anche in Spagna, FIM Cisl cercherà di cominciare ad avviare un dibattito anche in Italia sulla settimana corta. Il sindacato dei metalmeccanici ha nei suoi piani quelli di cercare di avviare esperimenti con la settimana corta in tutte le grandi aziende in cui è presente in qualità di rappresentanza sindacale.
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Riuscire a portare il dibattito sulla settimana lavorativa a 4 giorni anche all’interno della manifattura sarebbe un passo importante proprio per il ruolo strategico e per la storica organizzazione di questo comparto produttivo. Anche perché, anche in Italia, ci sono già alcune aziende dei servizi che stanno sperimentando la settimana ridotta.
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Come sottolineato da Benaglia di FIM Cisl l’idea di ridurre la settimana lavorativa potrebbe avere poi due risvolti importanti. Da una parte andare incontro a quelle che sono le esigenze di un comparto di lavoratori che ha l’età media più alta in tutta Europa con una incidenza quindi degli over 50 molto alta. Dall’altra parte riuscire ad avere una situazione lavorativa che bilancia meglio il tempo da dedicare a se stessi e alla famiglia con quello della produttività potrebbe anche essere un modo per attirare i giovani.