Gli ultimi aggiornamenti su uno dei provvedimenti più divisivi di sempre: il Reddito di Cittadinanza. Cosa cambia e chi deve restituirlo.
Come preannunciato dal Governo negli scorsi mesi la legge di bilancio 2023 ha modificato in senso restrittivo il Reddito di Cittadinanza, il sussidio pensato per sostenere nuclei familiari in difficoltà economica, introdotto dal Governo Conte. Secondo l’esecutivo infatti la manovra non sarebbe stata efficace nel fornire un concreto aiuto favorendo l’occupazione delle persone in difficoltà. Anzi, con un esborso in quattro anni di circa 288 milioni di euro, avrebbe eccessivamente pesato sulle casse dello Stato.
In particolare il Governo stringe le maglie attorno a una particolare categoria di precettori del Reddito di Cittadinanza che, in seguito alla stretta alle regole data dalle recenti manovre dello Stato, saranno costretti a restituire quanto ricevuto. Vediamo nel dettaglio le novità legate al sussidio e chi è chiamato a restituirlo.
Reddito di Cittadinanza: novità e possibile restituzione
Partiamo dal chiarire una cosa: il Reddito di Cittadinanza non verrà cancellato immediatamente. Tuttavia verranno notevolmente implementati i requisiti necessari per accedere al sussidio. In particolare la Legge di Bilancio del 2023 indica che possono accedere al sussidio per 8 mesi coloro che sono occupabili e non hanno a carico minori o persone fragili. In questo caso i precettori del Reddito sono obbligati a seguire corsi di formazione professionale per poter mantenere il sussidio.
Leggi anche: Pensioni, a marzo novità importanti: chi riceverà un importo più alto
Non verrà invece tolto per tutto il 2023 il Reddito di Cittadinanza per coloro che non possono lavorare o hanno figli e minori a carico. Ma chi è allora che sarà costretto a restituire il sussidio? Semplice, tutti coloro che non ne hanno diritto, ovvero che non possiedono i requisiti obbligatori necessari al suo ottenimento. Ciò ovviamente era vero anche prima delle Legge di Bilancio ma il Governo Meloni ha notevolmente intensificato i controlli dell’INPS in tal senso.
Leggi anche: Non ci sarà più scampo: controlli mensili per chi riceve reddito di cittadinanza
Se dai controlli emerge che il cittadino ha ricevuto somme non dovute dichiarando il falso all’atto di compilare la dichiarazione necessaria alla richiesta del Reddito o non dichiarando in tempo eventuali variazioni emerse nel suo nucleo famigliare questo è costretto a restituire le somme ricevute. Non solo, questo può essere punito anche con reclusione. le cifre possono essere restituite anche a rate.