Ora più che mai, comprare casa o trovare case in affitto è una sfida impossibile. Per gli affitti la situazione sembra essere ancora più critica a causa dell’inflazione.
Il mercato immobiliare ha subito un duro colpo a causa della crescente inflazione che ha caratterizzato gli ultimi anni. La conseguenza è la difficoltà di ottenere mutui per l’acquisto di immobili ad uso abitativo e la scarsità di case disponibili per affitti lunghi. Più che la disponibilità vera e propria di immobili quella che manca è la disponibilità di case in affitto con i contratti tradizionali di locazione.
Per contratti tradizionali si intendono quelli di lunga durata, ovvero quello ordinario 4+4 e quello concordato da 3+2. La ragione dietro questo cambiamento è dovuto dal fatto che per questi contratti, nella maggior parte dei casi, si applica la cedolare secca, oggi non più conveniente con il costo della vita sempre più elevato. Ma che connessione esiste sta cedolare secca e affitti sempre più introvabili?
Il settore immobiliare sta vivendo una crisi senza precedenti. La causa risiede nello squilibrio tra domanda ed offerta a causa dei continui aumenti dei tassi di interesse – per chi richiede un mutuo per acquistare casa- e dalla scarsa disponibilità di affitti a lungo termine. Per questa tipologia di contratti viene generalmente applicata la cosiddetta cedolare secca. Il vantaggio di quest’ultima è che costituisce un’imposta sostitutiva dell’Irpef pari al 21%, inoltre, con la sua applicazione non vengono versate le imposte di registro e bollo.
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La cedolare secca, però, non consente di aggiornare annualmente il canone all’incremento Istat del costo della vita. Con un inflazione all’11%, è chiaro che i proprietari siano scoraggiati dal ricorrere a contratti di lunga durata in quanto si verifica una riduzione del valore reale del canone dell’affitto rispetto a quello pattuito in sede di contratto. La soluzione a questa situazione è stata la sostituzione con i contratti di breve o brevissima durata, che però possono risultare utili solo nei casi di affitti per studenti, turisti o per affari.
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Ne consegue che da una parte c’è una grande richiesta di immobili a lungo termine, dall’altra si riduce l’offerta di case disponibili per questa tipologia di contratti. Va da se che il risultato è un incremento dei costi medi del canone d’affitto. Un altro effetto di questo strano andamento è che oggi ad essere disponibili con canoni abbordabili sono immobili di qualità medio-bassa.