C’è un caso quando versare i contributi è ininfluente, e si rischia di sprecare solo denaro. Un retroscena che conoscono ben poche persone.
Ci sono situazioni in cui ci si ritrova a dover pensare a dei contributi volontari per poter raggiungere i requisiti per aver diritto al trattamento pensionistico. Per poter andare in pensione, l’età deve essere di 67 anni, con almeno 20 anni di contribuzione. Tuttavia, può succedere che se ne abbiano solo 19, ad esempio, ed è per questo, quindi, che ci si affida a contributi in via volontaria per poter raggiungere quell’anno in più che ci manca.
Tuttavia, questi ultimi sono piuttosto costosi, e sono completamente a carico del lavoratore, intenzionato a raggiungere i requisiti minimi, o a migliorare l’importo dell’assegno mensile. Bisogna specificare, però, che non tutti possono utilizzare questo metodo contributivo, e cvi sono alcuni requisiti da possedere per poterne usufruire, un retroscena che non tutti conoscono. Vediamo allora quando pagare questa somma si rivela addirittura inutile.
Contributi volontari: il retroscena che è sconosciuto a molti
I lavoratori che hanno cominciato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995, ad esempio, non possono utilizzare i contributi volontari per raggiungere i requisiti pensionistici richiesti. Inoltre, chi vuole utilizzarli, deve aver versato 5 anni di quelli obbligatori e almeno 3 di essi devono esser stati versati nei 5 anni precedenti la domanda, un retroscena di cui pochi sono a conoscenza.
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Ma quanto costano i contributi volontari? Esattamente come quelli obbligatori: per poterli calcolare va considerata la contribuzione annua, quindi usata l’aliquota del 33% usata per i dipendenti pubblici e privati, o quella del 32,65% per le persone iscritte ai fondi Ipost o quelle ancora minori per le colf e i pescatori.
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Per poterli utilizzare, bisogna presentare domanda all’INPS, che poi indicherà le modalità e i tempi di pagamento. Quest’ultimo sarà trimestrale e andrà eseguito con il bollettino rilasciato dall’Istituto. Meglio tuttavia essere molto precisi: anche un solo giorno di ritardo farà decadere l’accredito del trimestre, sebbene possa poi essere rimborsato o utilizzato per quello successivo.