Buone notizie per chi ha iniziato a lavorare in smartworking e vuole continuare ad usare questa modalità di lavoro. Il Governo ha dato una proroga.
Nei due anni di terribile pandemia da Covid-19, sono tanti gli italiani che si sono ritrovati a sperimentare una nuova modalità di impiego, ovvero il lavoro da casa, lo smartworking. Non solo liberi professionisti, ma anche dipendenti statali e privati hanno iniziato ad apprezzare il fatto di lavorare da remoto, gestendo l’attività dal salotto del proprio appartamento. Finita l’emergenza, tuttavia, le cose sono cambiate, in particolare per chi ha un’occupazione statale.
Benché lo smartworking sia una tipologia di impiego largamente usata negli altri Paesi da molti anni, da noi è stata vista come una vera rivoluzione, e oggi, nonostante molte aziende del settore privato abbiano scelto di continuare ad usarlo parzialmente o in via assoluta, in quello pubblico le cose sono ben diverse. Fortunatamente, il Governo ha deciso una proroga per questo lavoro remoto, ma solo a determinate condizioni.
Proroga smartworking: il Governo decide. Ecco quello che accadrà
Il Governo ha approvato recentemente il decreto Milleproroghe, che prevede tra le altre, anche la continuazione del lavoro in smartworking sia per dipendenti privati che pubblici la possibilità di lavorare da casa fino al 30 giugno. Tuttavia, ciò sarà possibile solo per alcune categorie ben specifiche di lavoratori.
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La proroga interesserà i lavoratori fragili, ovvero quelli con patologie che potrebbero peggiorare considerevolmente nel caso venissero colpiti da Covid, così come pazienti con 3 o più patologie quali obesità, cardiopatia, ictus o diabete mellito, solo per citarne alcune. Inoltre, anche gli over 60 potranno decidere di proseguire con questa modalità di occupazione.
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Anche i genitori con figli minori di anni 14 potranno proseguire con lo smartworking, ma solo nel settore privato e se questa modalità sarà prevista da accordi tra le parti. Insomma, una decisione che fa tirare un sospiro di sollievo ma fino ad un certo punto: cosa accadrà dopo il 30 giugno?
