L’aumento delle pensioni è, finalmente, realtà. Dopo molto tempo queste saranno adeguate. Un provvedimento che però non coinvolge tutti
Le pensioni sono prestazioni economiche erogate a una persona che ha cessato l’attività lavorativa in modo permanente. In genere, le pensioni sono fornite dallo Stato o da un datore di lavoro e sono progettate per garantire un reddito minimo ai pensionati. Ci sono diversi tipi di pensioni, tra cui: Pensioni di vecchiaia, Pensioni di invalidità, Pensioni di reversibilità: sono erogate a vedove o vedovi di pensionati deceduti.
Le pensioni vengono rivalutate per mantenere il loro valore reale nel tempo. Ciò significa che le pensioni devono essere adeguatamente corrette per tenere conto dell’inflazione e dei cambiamenti del costo della vita. La rivalutazione delle pensioni avviene solitamente con l’applicazione di un indice di rivalutazione, che tiene conto dell’andamento dell’inflazione o di altri fattori che possono influire sul costo della vita. In alcuni Paesi, l’indice di rivalutazione – e dunque un aumento – delle pensioni è stabilito per legge e viene applicato automaticamente.
Rivalutazione delle pensioni: tutte le info
Le pensioni del prossimo mese di marzo del 2023 includeranno sia la rivalutazione degli assegni che il pagamento degli arretrati. L’Inps, attraverso una circolare, ha fornito le informazioni sui calcoli della perequazione. Questi saranno applicati a coloro che ricevono una pensione di almeno 2.101,52 euro, pari a quattro volte l’importo minimo. L’Inps terrà conto dei dati del Casellario centrale delle pensioni, conforme all’articolo 34 della Legge 448/1998, che includono anche le pensioni erogate da altri enti.
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Invece, ci sono altre questioni da considerare riguardo alle assicurazioni volontarie (come Vobis, Iobis, Vmp e Imp), alle pensioni gestite dal Fondo clero e all’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale, le quali sono calcolate in modo separato. Ma di quanto sarà l’aumento delle pensioni?
Coloro che ricevono rendite inferiori a questa soglia hanno già ricevuto un assegno maggiorato del 7,3% nel mese di gennaio del 2023. Inoltre, all’aumentare delle somme erogate, la percentuale di adeguamento dell’assegno si riduce come segue: le pensioni comprese tra €2.101,53 e €2.626,90 saranno aumentate del 6,21% (85% dell’adeguamento massimo del 7,3%).
Quelle comprese tra €2.626,91 e €3.152,28 saranno rivalutate del 3,87% (53% dell’adeguamento massimo del 7,3%). Le pensioni che oscillano tra €3.152,29 e €4.203,04 saranno aumentate del 3,43% (47% dell’adeguamento massimo del 7,3%) Le pensioni comprese tra €4.203,05 e €5.253,80 saranno rivalutate del 2,70% (37% dell’adeguamento massimo del 7,3%). E infine le pensioni superiori a €5.253,81 saranno aumentate del 2,34% (32% dell’adeguamento massimo del 7,3%).
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I pagamenti delle pensioni di marzo includeranno anche i retroattivi relativi ai mesi di gennaio e febbraio del 2023. La perequazione non riguarda le prestazioni di natura assistenziale (come l’invalidità civile) e quelle assegnate alle vittime di atti di terrorismo.