Può capitare di avere problemi con i vicini: discussioni o anche litigi. Ma cosa succede se le cose si esasperano? Si può parlare di stalking?
Vivere in un condominio non è sempre facile, soprattutto quando bisogna dividere spazi comuni con gli altri inquilini o sottostare alle regole condominiali, che spesso possono causare anche non pochi disagi. Non è raro, infatti, avere problemi con i vicini di casa, a causa magari della spazzatura divisa male, o del cane che fa rumore fuori dall’orario consentito, o altre cose simili. Una discussione, purché educata e mantenendo toni pacati, ci può anche stare, ma se si esagera?
Non è raro sentire in giro di liti condominiali finite molto male, con addirittura persone rimaste ferite e contuse a seguito di scontri veementi con i dirimpettai. Ma ciò che può anche accadere, e forse è ancora più spiacevole e insinuante, è il cosiddetto stalking condominiale. Ma come capire se lo si sta subendo, e soprattutto, come difendersi qualora ci si renda conto che la situazione è diventata ormai insostenibile?
Gli atti persecutori possono costringere la vittima a uscire o rientrare in orari diversi per non incrociare il vicino, modificare le sue abitudini per non scatenare la sua reazione e molto altro, causando in chi ne è colpito un forte senso di ansia e paura.
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In un recente caso di cui si è occupato il Tribunale di Verbania, un intero condominio versava in uno stato di profonda paura e agitazione, a causa di un unico inquilino, al punto da girare armati di spray al peperoncino e avvisarsi l’un l’altro nel momento in cui usciva o rientrava in casa.
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Uno dei tanti casi, poiché sfortunatamente non è una situazione così rara da ravvisare, ma che può comportare per lo stalker una pena anche detentiva, da 1 anno a 6 anni e 6 mesi, oltre ad eventuali danni morali e materiali arrecati alle vittime.