Per alcune determinate categorie di lavoratori è possibile richiedere allo Stato l’assegno matrimoniale. Scopriamo di cosa si tratta.
Organizzare delle nozze è un bell’impegno, soprattutto quando si lavora tanto entrambi e il tempo a disposizione è poco. La preparazione, infatti, può durare anche un anno, tra la location del banchetto, la scelta dell’abito per lei e per lui, e tante altre cose, viaggio di nozze incluso. Senza considerare che, proprio quest’ultimo, spesso costa un sacco, e non tutti possono permetterselo a cuor leggero.
Le spese sono tante, e qualsiasi aiuto è ben accetto dalla coppia, alle prese con costi spesso sbalorditivi, soprattutto se le famiglie sono numerose e gli amici da invitare tanti. Fortunatamente, da qualche tempo a questa parte, alcuni lavoratori possono contare su un aiuto da parte dello Stato, il cosiddetto assegno matrimoniale. Vediamo allora come funziona questa iniziativa e chi può farne domanda, quali requisiti deve avere.
Assegno matrimoniale: come richiederlo e chi ne può fare domanda
Si tratta di un sostegno economico elargito a chi si è sposato con rito civile, mentre non è valido per chi lo ha fatto solo religioso, ed è corrisposto direttamente dai datori di lavoro, che anticipano la somma che viene loro poi rimborsata dall’INPS. A poterlo richiedere, tuttavia, sono solo alcune categorie di dipendenti: apprendisti, operai, marittimi, lavoratori a domicilio, dipendenti di cooperative, aziende artigiane o industriali.
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I lavoratori in oggetto devono poi avere alcuni requisiti ben specifici, ovvero, oltre ad aver fatto un matrimonio civile, avere un rapporto di lavoro da almeno 1 settimana, usare il congedo entro 30 giorni dalle nozze, in caso di disoccupazione riuscire a dimostrare di aver lavorato almeno 15 giorni nei 3 mesi precedenti al matrimonio e non lavorare per malattia, richiamo alle armi o sospensione lavorativa.
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L’importo è pari a 7 giorni di stipendio con la detrazione del 5,54% a carico del dipendente, mentre di 8 giorni di retribuzione per i marittimi, sempre con la percentuale del 5,54% detratta dal totale.