Lo sfratto è un processo molto lungo. Ma per costringere l’inquilino a lasciare la casa, quanto tempo serve?
In Italia, la legge che regola lo sfratto è la legge n. 431 del 1998, nota anche come legge sulla locazione. Questa legge disciplina i rapporti tra proprietari e locatari, stabilendo le modalità per la conclusione dei contratti di locazione, i diritti e i doveri di entrambe le parti e le procedure per la risoluzione dei contratti e lo sfratto. In particolare, la legge stabilisce che l’abbandono della casa può essere eseguito solo per giusta causa, come ad esempio il mancato pagamento dell’affitto, il mancato rispetto delle condizioni del contratto di locazione o l’utilizzo improprio dell’immobile.
La legge prevede inoltre un procedimento giudiziario formale per lo sfratto, che include la presentazione di una richiesta di sfratto al tribunale e l’emissione di un’ordinanza da parte del giudice. Il locatario ha il diritto di contestare la richiesta di sfratto e il tribunale deciderà se la richiesta è giustificata o meno. Ma dal momento che il locataria riceve la lettera con la richiesta, quanto tempo ha quest’ultimo per lasciare l’abitazione?
Sfratto: le tempistiche per lasciare casa
La risoluzione del contratto di locazione può essere causata da due fattori: la scadenza del contratto o la morosità del locatario. Nel caso di scadenza, la risoluzione del contratto può essere dovuta al trascorrere del tempo o alla disdetta da parte di una delle parti, entro i termini specificati nel contratto. La disdetta impedisce il rinnovo automatico del contratto.
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Se la causa della fine del contratto è la morosità, ovvero il mancato pagamento del canone di affitto, lo sfratto può intervenire in seguito ai seguenti termini per le locazioni a uso abitativo: mancato pagamento di una sola mensilità; ritardo di almeno 20 giorni rispetto alla scadenza indicata nel contratto; mancato versamento delle spese condominiali entro 60 giorni dalla richiesta, se la somma è superiore a due mensilità del canone di affitto.
Il procedimento
Il processo che conduce allo sfratto inizia con una diffida inviata dall’avvocato, che richiede al locatario di pagare i canoni arretrati e di abbandonare il fabbricato. Successivamente, l’ufficiale giudiziario notifica la citazione per sfratto per morosità, che indica la data dell’udienza, fissata a non meno di venti giorni dalla notifica.
Se il locatario non compare all’udienza per la conferma dello sfratto, il giudice emette un’ordinanza che gli ordina di liberare la proprietà entro dieci giorni. In caso di mancato abbandono della proprietà da parte del locatario dopo dieci giorni, il proprietario sarà costretto a richiedere l’intervento dell‘ufficiale giudiziario per la forzata esecuzione.
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In totale, il processo di sfratto può durare da due a tre mesi prima di diventare esecutivo. I tempi potrebbero essere anche più lunghi se il locatario presenta un’opposizione allo sfratto durante l’udienza, dimostrando di aver pagato quanto dovuto o di avere vizi procedurali, o se chiede al giudice un termine di novanta giorni per effettuare il pagamento.