Come funziona il contratto di comodato d’uso? Meglio essere molto informati in merito, per non cadere in errore e non avere brutte sorprese.
Si sente parlare spesso di contratto di comodato d’uso, e benché molti sappiano a grandi linee di cosa si tratta, è meglio fare chiarezza e cercare di capirne di più. In parole povere, si tratta di una sorta di prestito, con il quale si dà un bene mobile o immobile per un periodo più o meno limitato. Di solito è un tipo di contratto che viene stipulato tra familiari o buoni amici, in quanto prevede un costo al massimo simbolico.
Come tutti i documenti, anch’esso deve sottostare a certe regole previste dalla legge, ed è meglio conoscerle a fondo, per evitare che possa risultare illegale, e nella peggiore delle ipotesi, causarci problemi. Di seguito, quindi, vi illustreremo come registrare questo tipo di accordo e soprattutto quali sono le leggi 2023 previste, assieme agli obblighi e alle regole che si è tenuti a seguire se si vuole stare completamente tranquilli.
Iniziamo nel dare la definizione di comodato d’uso: “E’ il contratto col quale una parte consegna all’altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l’obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta”.
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Di solito questo tipo di contratto è a titolo gratuito, ed è la forma preferita utilizzata tra genitori e figli, ad esempio nel caso di usufrutto di una casa. Esiste anche il comodato d’uso oneroso, in cui il costo è pari a una sorta di rimborso spese, anche perché in questo caso il proprietario non può chiedere quello di mercato.
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Il comodato deve essere registrato all’Agenzia delle Entrate, tramite il suo sito. La registrazione è completamente online, e qualora sia gratuito, devono essere inserite anche le sue modalità di utilizzo. Il termine di tempo previsto è di 20 giorni e comporterà alcuni costi come quelli per le marche da bollo e di registrazione.