La tecnologia al servizio dell’inclusione fa passi in avanti grazie a questa assoluta prima volta con un avatar in grado di comprendere e parlare la lingua dei segni. Una innovazione made in Italy.
La vita di tutti i giorni per tutta una fascia di cittadini e di cittadine è un po’ più complessa soprattutto se c’è necessità di interfacciarsi con i servizi della pubblica amministrazione. Stando ai dati raccolti da INPS ci sono per esempio nel nostro Paese circa 43 mila persone non udenti e che quindi comunicano utilizzando quella che viene comunemente chiamata Lis, ovvero lingua dei segni italiana. Ma la lingua dei segni non è utilizzata solo dai sordi. Si tratta di un linguaggio utilizzato anche quando la comunicazione verbale è complessa. La comunità quindi di chi utilizza quotidianamente la lingua dei segni è molto più vasta di ciò che anche semplicemente i numeri di INPS potrebbero lasciar intendere.
Per andare incontro ai bisogno di una comunità vasta e variegata, arriva ora una innovazione tecnologica all’avanguardia frutto di uno studio tutto italiano. Questo è ciò che QuestIT, costola dell’università di Siena, promette di portare nella vita di chi utilizza la Lis.
Riuscire ad addestrare un sistema artificiale a comunicare ripetendo la lingua dei segni in modo da fornire informazioni è un passo avanti importante nel percorso di inclusività collettiva. Ma ciò che l’avatar digitale sviluppato da QuestIT è in grado di fare va oltre la semplice ripetizione, sul modello per esempio di quello che può essere un assistente virtuale di un sito, di informazioni prestabilite.
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Grazie all’intelligenza artificiale, questo avatar in grado di essere riprodotto su supporti di diverso tipo sfruttando la webcam è capace di leggere i segni ma anche le espressioni del volto di chi si interfaccia con la struttura. Un avatar che riesce a comunicare in maniera efficace e a comprendere altrettanto bene i segni e le espressioni di chi si esprime utilizzando la lingua dei segni ha campi di applicazione infiniti.
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Dalle mostre passando per gli sportelli di prenotazione per gli incontri con la pubblica amministrazione mette nelle condizioni di essere percepiti come cittadini anche coloro i quali utilizzano la Lis ed è di certo un segno di civiltà e, come ricordano i coordinatori del progetto, anche un dovere dato che l’inclusività rientra tra gli obiettivi dell’Agenda Europea 2030.