Per chi si avvicina il momento della pensione potrebbe essere sorta l’idea di andare a vivere all’estero. Ecco che cosa devi sapere se vuoi andare a passare la tua vecchiaia fuori dal confine italiano.
La tradizione che vorrebbe i nonni e le nonne dopo una vita di lavoro a disposizione dei nipoti per una parte almeno della popolazione in pensione non si avvera. Aumentano, anche se lentamente, i numeri di pensionati e pensionate che, una volta smesso di lavorare, decidono di trasferirsi in Paesi in cui la pressione fiscale risulta inferiore e magari il clima è anche un po’ più piacevole.
Tra le mete più gettonate di chi decide di cambiare vita ci sono il Portogallo e la Spagna. Trasferirsi non è difficile ma occorre rispettare una serie di requisiti specifici per poter trasferire la propria residenza altrove e continuare a beneficiare della pensione maturata in Italia. Ecco quindi quello che devi sapere e quello che devi fare se vuoi andare in un altro Paese.
L’idea di andare a vivere altrove godendosi la pensione in un luogo in cui si pagano meno tasse e si sta meglio è il sogno di molti pensionati e di molte pensionate. Potrebbe essere una necessità, perché magari non si hanno parenti e ci si sente soli e quindi tanto vale trasferirsi e vivere un’avventura oppure potrebbe essere il desiderio di godersi a pieno proprio il periodo del non lavoro smettendo di versare contributi all’INPS.
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Ma per potersi trasferire occorre sottostare ad alcune regole. Prendendo per esempio i due Paesi europei in cui più spesso i pensionati e le pensionate italiane si trasferiscono, ovvero la Spagna e il Portogallo, il primo passaggio è quello di spostare la propria residenza fiscale. Il trasferimento della residenza fiscale è assolutamente necessario se si vuole smettere di pagare le tasse in Italia e pagare sulla pensione le tasse del Paese in cui si ci si trasferisce. Per il Portogallo per esempio esiste una tassazione uguale per tutti per quello che riguarda le pensioni estere: il 10%. In Spagna le aliquote per le pensioni di chi viene da altri Paesi vanno dal 9,5% fino al 22%.
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Il trasferimento della residenza però deve essere accompagnato da una condizione: il vivere almeno per metà dell’anno nel Paese in cui si intende spostare la propria residenza fiscale. Questo significa che occorre passare almeno 183 giorni nel Paese che si è scelto. Ciò che non influisce sul cambio di residenza e di residenza fiscale è invece un eventuale possesso di una casa in Italia. L’ultimo passaggio riguarda la richiesta ad INPS di trasferire il pagamento della pensione su un conto aperto in una banca estera.