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Fisco e Tasse

Prezzo carburante, come viene deciso? Chi ci guadagna di più

Con la decisione del governo di non rinnovare lo sconto sulle accise torna argomento di discussione generale il prezzo del carburante. Ma come si decide quanto costano alla pompa benzina e diesel?

Pompa di benzina (foto canva – vostrisoldi.it)

La questione che riguarda i prezzi dei vari carburanti disponibili nelle stazioni di servizio è di strettissima attualità. Con la crisi generata dalla guerra in Ucraina l’anno scorso i carburanti sono improvvisamente schizzati alle stelle come tutto il resto e il governo guidato da Mario Draghi ha messo in campo circa un miliardo di euro per diversi mesi che hanno avuto come scopo quello di tamponare parte delle accise che compongono il prezzo finale dei carburanti.

Da parte del governo di centro-destra guidato da Giorgia Meloni c’è stata però una decisione in senso contrario. Non è stato infatti rinnovato lo sconto sulle accise e di conseguenza i prezzi alle pompe di benzina sono risaliti. Secondo alcuni la responsabilità di questi aumenti però non è solo da attribuire alla decisione del governo quanto anche a forme di speculazione che si sono realizzate proprio in concomitanza con la fine del periodo degli sconti. Vale quindi la pena, per poter comprendere meglio la situazione, capire davvero come si compone il prezzo del carburante quando arriva alla pompa.

Accise ma non solo, ecco come nasce il prezzo del carburante

Benzinaio (foto canva – vostrisoldi.it)

Per arrivare al prezzo che si trova esposto alla pompa di benzina c’è un percorso piuttosto lungo. Una parte è sicuramente dovuta alle accise e al calcolo dell’IVA ma una parte è dovuta ai prezzi che vengono praticati sui mercati in cui si compra e si vende il petrolio. Come per altri prodotti, per esempio gas naturale, tra il produttore e la pompa di benzina ci sono poi tutta una serie di intermediari che a loro volta cercano di guadagnare rivendendo ad altri il prodotto.

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Nel prezzo finale c’è quindi tutta una somma di guadagni che devono arrivare poi anche al distributore. Ma poco più della metà del prezzo, sia per quello che riguarda la benzina sia per quello che riguarda il gasolio e gli altri tipi di carburanti, è calcolato in accise ed IVA.

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Tolta la componente fiscale rimane un margine di guadagno per il distributore che spesso non supera il 10% del prezzo finale. Volendo fare un esempio con delle cifre tonde: se la benzina costasse 1 euro al litro di questo euro circa 60 centesimi se ne andrebbero allo Stato tra accise e IVA, altri 30 centesimi sarebbero quello che i distributori devono necessariamente inserire perché è quello che contribuisce a permettere loro di acquistare dagli intermediari i carburanti e 10 centesimi rimangono come margine di profitto su cui giostrare il prezzo finale.

Valeria Poropat