All’interno della Manovra licenziata a fine 2022 dal Parlamento e presentata dal governo guidato da Giorgia Meloni si parla anche di una sorta di piccola pace fiscale che è anche un passo nella riforma generale del fisco.
Uno dei provvedimenti su cui una parte della maggioranza di centro-destra che governa il Paese si è spesa di più riguarda quella che da molti viene definita come mini pace fiscale o mini condono fiscale. Si tratta di alcune decisioni che riguardano debiti limitati che i cittadini hanno contratto nel corso degli ultimi anni non solo con lo Stato centrale ma anche con le amministrazioni locali.
E anche se da parte proprio dei Comuni c’è ancora un po’ di spazio di manovra per decidere se accogliere o meno questo mini condono, tutto il resto che è stato inserito nella Manovra 2023 può essere da subito attivato per rientrare in linea con le richieste da parte di Agenzia delle Entrate. Ma nella stessa Manovra ci sono anche altri provvedimenti che sono un assaggio della riforma generale del fisco che il governo Meloni vorrebbe fare.
Per tutta una serie di motivi i cittadini italiani possono trovarsi nelle condizioni di aver contratto debiti con le amministrazioni locali o con lo Stato. L’esempio macroscopico può essere quello delle tasse che non sono state versate nonostante ci sia stata una dichiarazione dei redditi. Dato ciò che è successo nel corso degli ultimi tre anni sono per esempio diverse le aziende che ora si trovano ad avere problemi seri a pagare le tasse per quello che hanno guadagnato in precedenza.
Leggi anche: Domiciliazione bancaria per le bollette: cos’è e perché averla
Ma ci sono anche altre forme di debito. Tra queste forme ci sono le multe. Vedersi comminare una multa significa contrarre una posizione di debito nei confronti di una amministrazione locale se questa multa non viene saldata. Nella Manovra 2023 per tutta una serie di debiti è prevista quella che tanti hanno chiamato una piccola pace fiscale. Nello specifico sono oggetto di una cancellazione del debito le somme inferiori ai 1000 euro nel loro complesso, ovvero quei debiti per cui la somma originale e le eventuali altre somme dovute per i ritardi non superano la quota dei 1000 euro.
Leggi anche: Metti al sicuro i tuoi risparmi: no, la soluzione non è il conto corrente
Come accennato, da parte dei Comuni c’è ancora tempo fino alla fine di marzo per decidere se i piccoli debiti dei cittadini o di chi non ha pagato le multe vanno stralciati o se si vuole provvedere alla riscossione. Fa parte invece della riforma più generale del fisco, prevista nel corso di tutti e cinque gli anni del governo guidato da Giorgia Meloni, l’estensione della tassa piatta o flat tax alle partite IVA che guadagnano fino ad 85 mila euro. Per questa riforma il governo ha tra l’altro intenzione di estendere ulteriormente la possibile platea.