Le nuove direttive che arriveranno nei prossimi mesi da parte dell’Unione Europea riguardano l’obbligo di ristrutturazione degli edifici a fini di efficientamento energetico. Si tratta però di norme che rischiano di essere un salasso.
Arriva da parte dell’Unione Europea una nuova serie di norme che riguardano le abitazioni. In particolare, gli organi di governo europei sono da tempo concentrati nel rendere i cittadini degli Stati membri più green e quindi ad avere meno emissioni di gas serra e un consumo energetico ridotto. Buona parte dei consumi avviene all’interno delle abitazioni ed è a queste legato.
Per questo motivo sta per essere introdotta a livello europeo una nuova normativa che obbligherà a effettuare lavori per l’efficientamento energetico e la riduzione della classe energetica degli edifici pubblici e privati. La classe energetica cui le direttive puntano è quella identificata dalla lettera E. C’è però un problema che riguarda più della metà dei proprietari di case in Italia.
Obbligo ristrutturazione, sette anni per saltare di classe
Nella documentazione che deve accompagnare ogni compravendita di una abitazione o di altro edificio o immobile c’è adesso anche la certificazione energetica. Si tratta di una certificazione che viene rilasciata da un esperto in base a tutta una serie di parametri costruttivi dell’immobile in questione.
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Nel nostro Paese, dove una gran parte delle costruzioni hanno almeno 30 anni, c’è una grossa fetta di edifici, e quindi di case ma non solo, che si trovano nelle classi energetiche più alte ovvero la F e la G. Si tratta quindi di immobili altamente energivori e con una grande dispersione termica ed energetica. Le direttive europee vorrebbero che questi edifici, che al momento compongono circa il 60% di tutte le abitazioni presenti in Italia, venissero ristrutturate e passassero almeno alla classe energetica E entro il 2030.
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Si tratta quindi, per il governo, di trovare il modo per permettere ai cittadini italiani possessori di un immobile di riuscire a rientrare nella normativa europea che sta per essere approvata entro il prossimo mese di marzo. E il sistema dovrà essere calcolato al millimetro soprattutto perché nelle intenzioni dell’Unione Europea c’è quella di richiedere il passaggio alla categoria D entro il 2033 per arrivare poi al 2050 con edifici a zero emissioni.