In molti speravano di andare in pensione, tuttavia su questo fronte il 2023 non porta buone notizie per chiunque: alcuni italiani dovranno ancora attendere. Ecco quali sono le categorie “escluse”
Chi sperava di andare in pensione nel 2023, potrebbe ricevere una pessima notizia: non tutte le categorie di lavoratori potranno smettere di lavorare, alcuni “esclusi” sono costretti ad attendere. L’ultima Legge di Bilancio ha rivalutato i trattamenti assistenziali e previdenziali. Questo ha cambiato le regole d’accesso alle pensioni, pertanto molte persone saranno costrette e rivedere i piani per il prossimo futuro.
C’è chi dovrà continuare a lavorare o attendere fin quando non avrà raggiunto i nuovi requisiti previsti per la pensione. L’attesa potrebbe essere tanto breve quanto potrebbe implicare tempi più lunghi, si pensi ad esempio alle escluse da Opzione donna.
Nel corso degli ultimi giorni, le decisioni su Opzione donna hanno spesso preso strade diverse: inizialmente, con il governo Draghi, sembrava che il 2023 consentisse l’accesso alla pensione a chi possedeva i requisiti al 31 dicembre 2022. L’allora ministro del Lavoro, Andrea Orlando, confermò la pensione alle nate nel 1964, che avrebbero compiuto 58 anni nel corso del 2022. Tuttavia, la caduta del governo Draghi ha portato nuovi cambiamenti.
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L’Opzione donna è stata rinnovata, ma con alcuni limiti. Le nate nel 1964, per smettere di lavorare nel 2023 devono avere almeno 2 figli. Questo accade perché il requisito d’età è stato alzato a 60 anni, riducibile di 12 mesi per figlio, per un massimo di 2 anni.
Le nuove regole non si fermano qui: bisogna rispettare altri requisiti.
Servirà far parte di una di queste categorie: essere invalide almeno al 74%, essere una caregiver (vale a dire chi assiste un disabile da almeno 6 mesi) o venire licenziate da un’azienda in fallimento. In assenza di questi presupposti, non ci sarà pensione con Opzione donna. Le nate nel 1964, senza almeno due figli o non appartenenti ad una delle tre categorie richieste, non potranno andare in pensione nel corso di quest’anno.
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Anche chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 1 gennaio 1996 non rientrerà nel trattamento pensionistico dal 2023. Si tratta di un nuovo requisito. non solo anagrafico e contributivo ma anche economico, basato sull’importo dell’assegno sociale. L’incremento di quest’ultimo nel 2023 innalzerà il requisito economico per le suddette opzioni previdenziali: per andare in pensione a 67 anni bisogna aver maturato una pensione d’importo non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale; per la pensione anticipata a 64 anni, la pensione non deve essere più bassa di 2,8 volte l’assegno sociale.