Adeguamento INPS all’aspettativa di vita: le pensioni nel 2023 per alcune categorie aumenteranno del 3%, come funziona?
Buone notizie per chi andrà in pensione nel 2023. L’INPS ha infatti adeguato il coefficiente di trasformazione all’aspettativa di vita, e per la prima volta l’assegno è in aumento. All’aumentare dell’aspettativa di vita, infatti, l’importo dell’assegno subiva ribassi, considerando che il pensionato avrebbe “gravato” per più anni sulle casse del sistema pensionistico.
Tuttavia negli ultimi due anni, anche e soprattutto a causa della pandemia, l’aspettativa di vita è calata, portando le pensioni a un adeguamento in positivo. I fortunati che si ritireranno da lavoro nel 2023potranno godere dell’aumento dell’assegno fino al 3%. Ma come funziona questo adeguamento e chi ne può avere diritto?
Negli ultimi anni l’aspettativa di vita è sempre aumentata progressivamente ma ha subito uno stop e un rallentamento sino all’avvento della pandemia. Ad oggi, secondo i dati dell’ISTAT, la speranza di vita media si è ridotta di 1,2 anni. Con il calare dell’aspettativa di vita per la prima volta in Italia l’assegno destinato ai pensionati subirà un incremento.
Leggi anche: Congedo parentale 2023: tutte le novità per i neogenitori che lavorano
È aumentato, infatti, il coefficiente di trasformazione ovvero quel correttore che serve a stabilire quale sarà l’importo della pensione futura in base al numero di anni stimati per i quali si dovrà versare la pensione. Ciò significa che maggiore è l’aspettativa di vita, minore sarà il coefficiente di trasformazione e quindi l’assegno pensionistico e viceversa.
Ma veniamo alla questione più importante: chi potrà godere di questo aumento della pensione? Purtroppo infatti non tutti i cittadini potranno accedere a questa interessante novità. Il coefficiente di trasformazione più favorevole si applicherà a coloro che hanno una parte della pensione calcolata con il metodo contributivo e che andranno in pensione nel 2023.
Leggi anche: Bonus Bollette 2023: cambia la soglia e anche l’importo | Tutte le novità da conoscere
Tra questi quindi coloro che hanno effettuato il ricalcolo dell’assegno con metodo contributivo, per esempio con “opzione donna” oppure coloro che hanno meno di 18 anni di contributi fino al 1995 oppure almeno 18 anni di contributi alla stessa data e anzianità contributive ulteriori a partire dal 2012.
Nel frattempo è al vaglio del Governo una riforma delle pensioni per il 2024, che andrà a rivedere le Legge Fornero, ma anche i requisiti e le opzioni di pensionamento per i prossimi anni. Il nuovo piano dell’esecutivo prevede una Quota 41 per tutti, ovvero in pensione con 41 anni di contributi senza limiti di età.