Hai sicuramente sentito parlare di tassa di soggiorno, ma sai cos’è e a cosa serve, ma soprattutto a quanto ammonta? Facciamo un po’ di chiarezza
La tassa di soggiorno, chiamata anche imposta di soggiorno è quell’imposta prevista dalla legge e che si applica a coloro che soggiornano in strutture ricettive alberghiere o extra-alberghiere in città italiane o straniere specifiche. L’ammontare di tale tassa varia in realtà da comune a comune. L’imposta di soggiorno non è altro che una tassa fissa richiesta a turisti e visitatori che scelgono di pernottare per almeno una notte in strutture ricettive di quei determinati comuni citati poco prima.
Il frutto della riscossione di tale tassa ha uno scopo importante, e cioè quello di essere utilizzato, dal comune, per investire sul turismo, e in particolare per finanziare interventi che sostengono la manutenzione o il recupero di strutture ricettive, beni culturali e tutti i servizi pubblici connessi al settore turistico.
A quanto ammonta la tassa di soggiorno?
L’ammontare specifico della tassa di soggiorno varia a seconda della città italiana in cui ci troviamo. Nella capitale, ad esempio, tale imposta tocca i 10 euro, mentre nel resto delle città non supera i 5 euro. Questo scostamento è giustificato dal fatto che Roma, e altre città italiane come Firenze e Venezia sono città che attirano ogni anno milioni di turisti grazie al grande patrimonio culturale che ospitano. Oltre al comune, ciò che influenza l’ammontare della tassa di soggiorno, che ricordiamo va pagata direttamente presso la struttura dove si alloggia, è la tipologia d’alloggio e le relative stelle.
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Diversi però sono i soggetti esenti da questa tassa come, per citarne alcuni, i bambini fino ai 10 anni, a volte 18 anni, i malati, persone affette da disabilità e i loro accompagnatori, i genitori di minori malati, gli autisti e gli accompagnatori turistici e le forze armate. La tassa di soggiorno, inoltre, non viene sempre applicata e spesso compare solo in determinati periodi dell’anno in base alla stagionalità.
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Il compito di riscuotere tale tassa è dato al gestore che ha l’obbligo in primis di verificare le generalità del cliente e l’eventuale esenzione, ricevere il pagamento e rilasciare la copia dell’avvenuto pagamento. Tutti questi dati vanno inviati al comune e bisogna versare al comune stesso le somme riscosse per il pagamento dell’imposta.