La manutenzione della tua caldaia è di fondamentale importanza. Non solo perché eviti la multa ma anche per avere un apparecchio sempre in regola.
Con l’arrivo del freddo vero e proprio sono moltissime le caldaie che stanno entrando a pieno regime. Con l’utilizzo ridotto che se ne fa quando la temperatura sale, limitando l’accensione solo alla produzione di acqua calda, capita spesso di dimenticarsi che la caldaia esiste. Ma è necessario che l’apparecchio venga controllato periodicamente.
I controlli obbligatori alla caldaia sono stabiliti dal regolamento 74 del 2013 in cui sono anche indicate le eventuali sanzioni pecuniarie cui si va incontro in caso di irregolarità nel momento dei controlli. I controlli devono poi essere effettuati da tecnici abilitati a effettuare le verifiche e a rilasciare il certificato opportuno. Ecco in cosa consiste il controllo periodico da non confondere con la pulizia.
Manutenzione caldaia, cosa viene controllato
La caldaia è un apparecchio molto importante. Garantisce la produzione dell’acqua calda sia per uso sanitario sia per il riscaldamento domestico. A prescindere dalla tecnologia con cui viene prodotta l’acqua calda, però, il sistema di combustione interna è pressoché identico. Quello che distingue le diverse tecnologie è poi il sistema con cui i fumi vengono dispersi prima o dopo un possibile recupero di calore.
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Periodicamente la caldaia dovrebbe essere sottoposta a una manutenzione che assicuri che le componenti principali sono in un buono stato e che quindi l’apparecchio funziona senza risultare pericoloso e a un controllo dei fumi. La manutenzione serve a controllare che la caldaia lavori bene mentre il controllo dei fumi, definito anche controllo di efficienza energetica, serve a stabilire se la combustione che avviene all’interno della caldaia risponde ai limiti imposti dalla normativa vigente. In base alla quantità di calore, e quindi di potenza che la caldaia sprigiona, la periodicità dei controlli cambia.
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Per quello che riguarda il controllo dei fumi è bene ricordare che gli impianti con potenza tra 10 kW e 100 kW a combustibile solido o liquido e quelli sopra i 100 kW alimentati però a metano o GPL hanno bisogno di un controllo di efficienza ogni due anni mentre gli impianti a GPL o a gas metano che sprigionano meno di 100 kW vanno controllati ogni 4 anni. Gli impianti che sprigionano oltre 100 kW di potenza e che sono alimentati a combustibile liquido o solido vanno invece controllati ogni anno. Per quello che riguarda la manutenzione fa fede invece ciò che è indicato sul libretto di impianto e non c’è tecnicamente l’obbligo della manutenzione annuale.