Secondo la Legge in vigore, chi ha una determinata situazione familiare può richiedere di andare in pensione prima del tempo
Esiste una particolare condizioni familiare che permette ai suoi componenti di richiedere la pensione anticipata e smettere di lavorare. Non tutti sono a conoscenza di questa possibilità e, quando le cose a casa si complicano, spesso si lasciano travolgere dalle difficoltà della vita di tutti i giorni, non sapendo che la Legge prevede determinate soluzioni per agevolare certe situazioni quotidiane.
Si chiama Ape, vale a dire Anticipo Pensionistico ed è riconosciuto per legge dal 2018. C’è una categoria di persone che è autorizzata a richiederlo. Ecco quale.
Mandare un familiare in pensione anticipata è una forma di assistenza verso parenti disabili. Quando in famiglia si ha un componente affetto da un handicap grave, riconosciuto ai sensi della legge 104, come una persona affetta da minorazione fisica, psichica e sensoriale, stabile o progressiva, accertata da competenti organi medici, può rendersi necessaria un’assistenza permanente.
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A partire dal 2022, l’Ape è un diritto dei familiari di primo grado, come figli, genitori e coniugi, che assistono il parente affetto da disabilità pari o superiore al 74% e convivente da un periodo di tempo di almeno 6 mesi nella stessa abitazione. L’anticipo pensionistico consiste in un’indennità nella misura massima di 1500 euro mensili erogata fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione. E’ rivolta a chi ha già compiuto 63 anni d’età e non riceve già altri trattamenti pensionistici (né in Italia, né all’estero). Inoltre, chi ne fa richiesta, deve aver maturato almeno 30 anni di contributi, oppure la “quota 41” di annualità contributive già versate, indipendentemente dall’età anagrafica.
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La richiesta per poter ottenere la pensione anticipata va presentata all’Inps personalmente, attraverso una di queste tre modalità: compilando con i propri dati l’apposita sezione sul sito dell’Istituto, al quale si accede tramite credenziali SPID, Cns o Cie; contattando l’Inps attraverso il numero verde e seguendo le istruzioni telefoniche; recandosi al Can o agli Enti di patronato.