Cosa succede se ci si assenta dal lavoro senza darne comunicazione e giustificazione? La legge a riguardo potrebbe stupirvi.
Il lavoratore dipendente nello svolgimento della sua mansione deve rispettare una serie di regole, prima tra tutte quella di presentarsi sul posto di lavoro nei giorni e negli orari indicati sul suo contratto. La Legge prevede che il lavoratore debba comportarsi in modo corretto e agire in buona fede, comunicando al proprio datore di lavoro, in maniera tempestiva, se non si può recare al lavoro e per quali motivi.
Qualunque assenza, infatti, deve essere comunicata sia in caso di malattia del lavoratore sia per altri motivi, come il congedo o quelli previsti dai singoli contratti collettivi. La mancanza di questa comunicazione viene considerata assenza ingiustificata e come tale può comportare delle conseguenze, che in alcuni casi possono sfociare addirittura nel licenziamento.
L’assenza ingiustificata, ovvero quando non si comunica la propria assenza al datore di lavoro o la si comunica fornendo motivazioni non oggettive, ha come prima conseguenza un impatto sulla situazione retributiva del lavoratore. Durante le ore o i giorni di assenza, infatti, non verranno maturati né il compenso giornaliero, né ferie, TFR ecc. Ma in quali casi l’assenza non giustificata può sfociare nella conseguenza estrema del licenziamento?
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Solitamente non è prevista una multa nel caso di assenza ingiustificata, ma possono essere applicate alcune sanzioni, che dipendono dal numero di giorni di assenza ingiustificata e dalla tipologia di CCNL. In linea generale il datore di lavoro può procedere con un ammonizione scritta, un richiamo verbale, un trasferimento o una sospensione dal lavoro.
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A eccezione del richiamo verbale, negli altri casi il datore di lavoro dovrà inviare contestazione disciplinare scritta a cui il lavoratore avrà a sua disposizione 5 giorni di tempo per potersi difendere. Il licenziamento rappresenta la soluzione più estrema nel caso di assenza ingiustificata e può essere previsto soltanto se espressamente indicato nel CCNL del lavoratore.
Il licenziamento risulta illegittimo per un’assenza inferiore a 3 ore e qualora questo non provochi problemi gravi a livello aziendale. È invece legittimo nel caso di assenza dal lavoro per 3 giorni consecutivi motivata da scuse risultate non vere. In generale si tiene conto del principio di buona fede nel valutare un licenziamento. Occorre ricordare che il numero di giorni consecutivi per i quali può essere previsto il licenziamento dipendono sempre dacosa c’è scritto sul singolo CCNL.