Il tetto ai pagamenti in contanti è stato aumentato, di quanto? Cosa c’è da sapere per evitare di incorrere in sanzioni.
Il tetto ai pagamenti in contanti in Italia, una manovra introdotta come misura per contrastare l’evasione fiscale, è stato più volte rimaneggiato negli anni. Nel 2016 era fissato a 3.000 euro, per poi scendere a 2.000 nel 2020 e a 1.000 euro nel 2022. Tuttavia, l’entrata in vigore della riduzione a 1.000 euro era stata posticipata al 2023. Il nuovo Governo ha cambiato nuovamente le carte in tavola introducendo, con la Manovra di Bilancio del 2023, ulteriori novità in merito al tetto al contante.
Il tetto al contante rappresenta un limite all’uso del contante per determinate transazioni, superato il quale scattano delle sanzioni. Conoscere quale sia questo limite e perché sia stato imposto è essenziale per evitare di incorrere in multe salate. In particolare dal 1° gennaio il limite per i pagamenti in contanti sarà di 5 mila euro. Significa che sarà consentito pagare in cartamoneta importi fino a 4.999,99 euro. Superata questa soglia scatta la sanzione.
La manovra di Bilancio ha introdotto, a partire dal 2023, la soglia di 5 mila euro per i pagamenti in contanti. Si tratta di una misura volta a limitare l’evasione fiscale ponendo un maggiore controllo sulle transazioni. La norma si applica a tutti trasferimenti di denaro effettuati a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche.
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Per trasferimento di denaro contante si intendono anche i normali acquisti quotidiani di beni e servizi. Il limite non si applica al versamento o al prelievo dei soldi contanti. Se si fa un pagamento o una transazione in contanti oltre i 5 mila euro ad essere puniti sono entrambi i contraenti.
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La multa per chi non rispetta la normativa è di 1000 euro. La sanzione sale poi a 5 mila euro se l’importo della transazione supera i 250 mila euro e più sale la cifra oltre questa soglia, più aumenta la sanzione in denaro. Va tuttavia specificato che non si viola nessuna legge pagando in parte in contanti e in parte con altri metodi tacciabili come carte e assegni. L’importante rimane non superare la soglia imposta per la cartamoneta.