Il mondo delle criptovalute, che qualcuno chiama erroneamente dei Bitcoin, è di certo affascinante ed è arrivato alla ribalta soprattutto a causa del clamoroso crollo della società FTX il cui amministratore delegato è stato rintracciato sotto le palme di una spiaggia tropicale. Secondo l’esperto Stefano Bargiacchi di Directa SIM occorre però restare con gli occhi aperti perché nonostante la tenuta c’è il rischio del collasso.
Per il grande pubblico il mondo delle criptovalute è di certo qualcosa di estraneo ma è oggettivamente un settore del mercato economico globale in crescita. Una crescita che però sembra essersi ora invertita con una perdita per la storica moneta Bitcoin pari a circa il 65% del suo valore iniziale. A questa situazione si è aggiunto poi lo scandalo della società FTX che ha provocato forti sentimenti di dubbio nei confronti di tutto l’apparato delle criptovalute.
Mettendo momentaneamente da parte quelle che sono tutte le implicazioni ecologiche derivanti per esempio dall’attività di mining delle criptovalute, ovvero l’attività secondo cui si generano elementi di criptovalute consumando energia attraverso uno o più computer, cerchiamo comunque di comprendere a che punto siamo arrivati attraverso le parole dell’esperto di Directa SIM Stefano Bargiacchi intervistato dai colleghi di Il Fatto Quotidiano.
Il mercato delle criptovalute non è diverso, almeno in parte, dal mercato economico che tratta monete reali. Ci sono però comunque caratteristiche specifiche proprie delle crypto. Una prima caratteristica è che oltre al sistema della compravendita, come per esempio avviene con le azioni delle società, le monete virtuali possono anche essere estratte come se fossero piccole pepite d’oro digitali. È la cosiddetta attività di mining: una serie di computer che vengono programmati per eseguire una enorme quantità di calcoli al termine dei quali si produce un elemento di criptovaluta.
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Decidere di fare mining di criptovalute significa fare un investimento importante, però. Ed è per questo che Bargiacchi di Directa SIM individua nella soglia dei 10 mila dollari il limite sotto il quale il valore del Bitcoin diventa problematico. L’esperto sottolinea infatti come questa soglia sia in parte tecnica ma in parte psicologica. Chi fa mining di criptovaluta ha come scopo quello di raccogliere valuta digitale che possa poi avere anche nel breve periodo un grande valore ma con la crisi e la diffidenza portata dalla gigantesca truffa di FTX questo valore si è abbassato.
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Non ha toccato il limite storico registrato per esempio all’inizio del 2019 quando si era scesi a circa 3 mila dollari il Bitcoin ma basta confrontare quanto costava un Bitcoin a marzo 2021 per rendersi conto di quanto valore si sia perso. Si è passato da oltre 51 mila dollari a 15 mila dollari circa. Se ora, dopo la crisi FTX, il Bitcoin dovesse veramente prendere la china e scendere sotto i 10 mila dollari non ci sarebbe per i miner guadagno a sufficienza e ci si troverebbe con una immissione di Bitcoin che, a loro volta, continuerebbero a perdere altro valore.