Dopo la decisione della BCE i tassi dei mututi variabili sono fuori controllo ma nella Manovra per il 2023 arriva ora dal governo Meloni un possibile aiuto per chi si trova a non poter più onorare il mutuo senza creare una situazione di disagio importante al budget mensile della propria famiglia.
La decisione presa di recente dalla Banca Centrale Europea sui tassi ha portato, con un effetto domino prevedibile ma dirompente, a un innalzamento dei tassi di interesse dei mutui e in particolare di quelli a tasso variabile, rimasti finora in realtà spesso molto più convenienti rispetto a quelli a tasso fisso proprio perchè agganciati alla situazione economica globale contingente, ma con la crisi energetica e l’inflazione e la decisione presa dalla BCE, tanti cittadini e tante famiglie sono ora in affanno per coprire le rate improvvisamente aumentate in media di circa cento euro. Ed è per questo che si è aperta la possibilità di passare dal variabile al fisso se si hanno alcuni requisiti specifici.
La situazione di crisi contingente ha generato un innalzamento generale dei prezzi e il budget familiare ne sta risentendo. Una delle voci di spesa che, insieme alle bollette, sta mettendo in crisi molte famiglie sono i mutui e in particolare i mutui a tasso variabile. Nella Manovra è stato quindi inserito un emendamento che riprende una vecchia legge del 2011 e che permetteva di passare dal variabile al fisso.
Accendere un mutuo è per molti l’ìunico modo per provare a realizzare il sogno della casa di proprietà ma per chi ha acceso un mutuo a tasso variabile, una scelta conveniente negli ultimi anni con tassi molto più bassi rispetto a quelli del fisso, ora arrivano gli aumenti delle rate mensili. Con il tasso variabile infatti non c’è la certezza della rata uguale ogni mese e il calcolo viene fatto periodicamente in base a una serie di indici. Indici che tengono ovviamente conto anche del costo del denaro stabilito dalla BCE. Per aiutare almeno una parte dei cittadini che si trovano e si troveranno in difficoltà c’è quindi da parte del governo un ritorno a una vecchia norma che risale al 2011 quando Ministro dell’Economia era Giuliuo Tremonti.
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Nella Manovra è stata infatti inserita la possibilità per alcuni di passare da un mutuo a tasso variabile a uno a tasso fisso con una rinegoziazione che potrebbe abbassare la rata mensile entro limiti accettabili. In alcuni casi il ricallcolo della rata può arrivare a far risparmiare anche ‘l1% sul tasso. Una cifra che diventa importante se si tiene conto che un punto percentuale costa anche 100 euro su alcuni mutui. Per poter chiedere la rinegoziazione occorre però rispettare i criteri voluti dal governo Meloni.
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Il primo è quello di essere sempre stati in regola e di non aver quindi mai saltato neanche una rata del mutuo per il quale si chiede la rinegoziazione. Secondo criterio riguarda il valore ISEE che non deve superare i 35 mila euro. il terzo criterio riguarda invece l’entità del mutuo aperto che deve rientrare sotto la soglia massima dei 200 mila euro.